Avvistamento di un orso giovane alle porte di Predazzo.

2015-07-31
Orso bruno alle porte di Predazzo.
Pochi giorni fa una donna ha incontrato da vicino un orso alle porte di Predazzo, in provincia di Trento. L'animale non ha mostrato alcun segno di aggressività pur avendola notata. Era solo intento a curiosare nei paraggi presso un sentiero e l'ha totalmente ignorata. La donna ha avuto l'impressione che si trattasse di un orso giovane. Il luogo dell'avvistamento (si veda mappa) è a soli 130 metri dalle prime case di Predazzo, separato dal paese dal torrente e dalla statale.


The village where the young brown bear has been seen.
A few days ago a woman had a close encounter with a bear just outside Predazzo, in Fiemme Valley, eastern Trentino. The bear spotted the woman but was not aggressive and ignored her. The woman had the impression that the bear was young. The encounter took place just 130 meters from the first buildings of the town, which lay across the river and the road.

Notizie dal ponte di Glienicke

2015-07-28 

Risultano confermate, e da più fonti, le notizie della presenza attuale dell'orso nel trentino orientale, a dispetto delle pleonastiche smentite ufficiali.

Il binocolo di avvistamento dell'orsa con cuccioli a Malga Cagnon di Sopra
Ma un pastore dotato di binocolo militare russo SOTEM 27x35 150m/1000m (foto allegata) non sbaglia a identificare un'orsa con cuccioli a 650 metri. E si tratta di presenze non certo di transito (per andare dove?) e che invece testimoniano una probabile dislocazione occulta, visto che un'orsa con cuccioli non passa da sola l'asta dell'adige con autostrada, ferrovia e altre vie di comunicazione importanti, centri abitati e quant'altro.
Risulta invece da diverse testimonianze che gli orsi vengano nutriti dai forestali, in aperto contrasto alle indicazioni ufficiali, e quindi a dimostrazione che questa è una wilderness completamente artificiale e fasulla.
Inquietante infine apprendere che in Val di Sole un orso è stato abbattuto a fucilate nel giroscale di una casa privata e non se ne è saputo nulla.

Nel frattempo sono passati 45 giorni dalla ordinanza di pseudocattura o pseudoabbattimento di Rossi e non c'è notizia di alcuna attività esecutiva significativa. Rossi, o chi per lui, probabilmente Masè, ha architettato un provvedimento che, volendo può essere interpretato come "urgentemente ineseguibile", e che diligentemente viene ineseguito dai forestali, che non desiderano di meglio, preferendo predisporre trappole ridicole che darsi da fare veramente in una caccia all'orso, come invece onestamente dovrebbero fare. E' più facile arrestare una persona pericolosa che un'orso pericoloso, con il che è detto tutto. Alla faccia della Costituzione, della quale notoriamente la nostra Provincia fa carta igienica, come insegna la vicenda delle discariche di Monte Zaccon e Sardagna. Del resto sembra, da più testimonianze, che i poveracci del Corpo Forestale Provinciale vengano mandati allo sbaraglio con le Beretta calibro 9, magari addirittura con munizionamento FMJ, tutta roba del tutto inadeguata a contrastare una carica dell'orso.

La fiera del dilettantismo nei suoi aspetti pratici, una vergogna politicamente, una vera farsa giuridica. Falsi attacchi, finti attacchi, falsa amministrazione, finta polizia. False ordinanze, finte esecuzioni delle stesse. Finti attacchi, lesioni vere, ma chissenefrega, tanto la PAT è un palmo sopra il cielo e risponde solo dei danni che la stessa riconosce e se li riconosce.

E via discorrendo.
E via cestinando un'autonomia sempre più inutile.

Avv. Mario Giuliano

Il dr. Romano Masè fa l'offeso.

2015-07-16
Il dr. Romano Masè
Evidentemente il dr. Romano Masè, comandante del Corpo forestale della Provincia Autonoma di Trento dagli anni di Lorenzo Dellai, e calato dall’attuale giunta provinciale, dal 1 gennaio 2014, a dirigente del Dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste (Del. Reg. N.2667/13 dicembre 2013 e Del. Reg.N.2763/30 dicembre 2013), non ha gradito le affermazioni che gettano ombre sul suo dipartimento, in particolare la forestale, suo originale trampolino di lancio. Affermazioni oltretutto supportate da una serie di interviste alla gente del luogo da parte della giornalista sociale Laura Zanetti. Non solo nega che vi sia un progetto di "diluizione" che comporterebbe il trasferimento di alcuni esemplari dal Trentino occidentale a quello orientale, ma mette addirittura in dubbio la veridicità degli avvistamenti in quest'ultima area geografica.
Il dr. Ugo Rossi
Eppure proprio nella conferenza stampa della giunta provinciale del 13 luglio scorso, il suo stesso "capo supremo", proprio colui che ratificó la delibera alla sua incoronazione a dirigente, nientepopodimenoché il presidente della Provincia Autonoma di Trento, dr. Ugo Rossi, ha fatto affermazioni contrastanti. Recita o realmente linee diverse ? Caso in cui sia Masè che Groff (laureato in legge seppur citato/definito naturalista in quanto responsabile in primis del progetto Life Ursus) dovrebbero quanto meno essere rimossi dai rispettivi incarichi ed affidati ad altro in quanto entrambi si sono dimostrati e si stanno dimostrando inadatti ad affrontare un problema tanto delicato. Il primo rispondendo il 7 luglio 2014 all'interpellante sindaco di Grigno parlando di "presunto pericolo" nonostante fosse da poco avvenuto il primo attacco umano, il 25 maggio 2014, a Sisinio Zanella. Oltretutto assicurando "l'impegno ad affrontare con tempestività ogni eventuale sviluppo legato alla presenza dell'orso in zona". Siamo a metà luglio 2015 (un anno dopo queste sue affermazioni) e di iniziative tempestive in zona non se ne sono viste se non le dichiarazioni dei locali di cui sopra. Per non parlare del fatto che dell'avvistamento avvenuto e denunciato in località Carlon, in Sella Valsugana, se ne è parlato SOLO nel Gazzettino di Vicenza !!! Non chiediamo di essere dei fulmini, ma per lo meno di riportare certi fatti ed informare opportunamente, a tutela della gente che va nei boschi.
La giornalista Laura Zanetti
Il secondo facendo idealistiche affermazioni che la situazione è "sotto controllo", rassicurando pur mettendo in guardia (1, 2, 3, servizio TV svizzera).

Intanto la gente ha paura di uscire di casa, le colonie vengono scortate da forestali armati, il consiglio provinciale è in sommossa ed i turisti...disdicono. Non sarebbe piuttosto il caso di recitare un mea culpa, fare un esame di coscienza, rivedere l'assurdo progetto Life Ursus o, quanto meno, tener la bocca chiusa ?

Marco Zadra, aggredito a Zambana, racconta.

2015-07-12

Riportiamo fedelmente la lettera "semiseria" di Marco Zadra, stile Berchet che, con la sua ironia invoca la novità e la ribellione ai canoni classici ed al provincialismo, volendo dialogare con quella fascia che lui chiama Popolo, in aperto contrasto con i Parigini e noncurandosi degli Ottentotti. Ecco, dunque, le intelligenti ed ironiche riflessioni a caldo di uno che l'ha scampata per un pelo e che dopo ha mandato al quotidiano locale L'Adige una rilettura dei fatti più concisa e riflettuta. Rilettura che è stata censurata, nonostante fosse stata annunciata con la pubblicazione di questo pezzo. Ed oltretutto maldestramente visto che ha avuto più di 16000 visualizzazioni online su questo sito in appena due giorni !



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IMMAGINA

(lettera semiseria di GrisORSO) 


Immagina un animale nell’atto di difendere il proprio territorio ed ancor più  il proprio “spazio vitale”, cioè quello spazio entro il quale diventa fastidiosa la vicinanza di un altro essere, della stessa specie o no.

Immagina che questo animale sia un orso adulto soprannominato simpaticamente METRO CUBO (visto frontalmente, altrimenti si chiama 2 DUE METRI CUBI).

Immagina che un avventore solitario, incauto e silenzioso e veloce, perchè in discesa, non munito di campanellino, percorra lo stesso medesimo sentiero, all’infausta ora nella quale il podista (ringrazio per la fiducia) dovrebbe essere a guardare l’Eredità o i pacchi in TV e METRO CUBO invece probabilmente si è appena svegliato e decide di fare una sgambatina prima di andare a fare colazione.

Immagina che i due, malaugurato caso, si scontrino in un punto in cui il sentiero da quasi piano diventa ripido e quindi la visibilità è ridotta.

Immagina che il punto d’incontro tra i due avvenga ad una distanza compresa tra i 5 e i 10 metri (sii comprensivo col Podista, è anche un pressapochista). 

Immagina lo spavento di trovarsi di colpo uno di fronte all’altro (mia figlia fa fare certi salti alla zia, saltando fuori all’improvviso da dietro un angolo). 

Immagina che ci voglia un po’ di tempo per riprendersi dallo spavento per entrambi; secondi, minuti, ore, una vita, un’eternità, per la teoria della relatività definita da uno dei personaggi più influenti della storia. 

Momenti nei quali i due si studiano e cercano di capire come uscire da questa impasse per certi versi imbarazzante…. in fondo i due non si conoscono.

Ad un certo punto il podista inebetito ha un’idea come al solito insensata…..perchè non provare ad indietreggiare quatto quatto come farebbe un papà uscendo dalla stanza del figlioletto appena addormentato??

Magari se dimostra sottomissione come ha visto fare da tanti cagnolini nei confronti di cani 2-3 volte più grandi, METRO CUBO apprezza e magari se ne sta li tranquillo beandosi della sua superiorità e lascia che il podista fellone se ne vada con la coda tra le gambe e le orecchie basse.

Purtroppo METRO CUBO non apprezza perchè non gli pare vero di trovare un competitor che ha paura di lui, el PISOT, come viene chiamato dai suoi compagni più grandi e grossi di lui.

Finalmente può dimostrare al proprio ego e al mondo che è possente, coraggioso ed incazzato, uno con gli attributi…altro che rilasciare le proprie feci, insicuro e spaventato come qualche fantomatico etologo gli suggerirebbe di fare.

D’altronde bisognerebbe rivedere certe teorie in quanto anche il podista non lo fa, non perchè sia coraggioso, ma perchè dal proprio sfintere non passerebbe nemmeno la punta di uno spillo.

METRO CUBO corre incontro al podista, così, per dargli una dimostrazione di forza, ha sentito l’odore della paura e ciò lo inorgoglisce.

Qui il podista comincia a non capire più nulla e dà fuori di matto. Invece di rimanere impietrito e magari cospargersi di miele, cerca di far valere le proprie doti di scattista, ma con quel terreno e quelle scarpe, dovrebbe dosare di più le proprie forze e non inciampa, ma scivola e finisce a terra, come un “tamaz” ed in quel momento gli passa davanti la rassegna stampa della sua vita.

Giunto ormai ai titoli di coda, si rialza con un kick e METRO CUBO glielo lascia fare riconoscente perchè il suo è un “falso attacco”, non ha intenzione realmente di uccidere il podista, in fondo non gli ha fatto nulla e di fatto per questo il podista affetto da sindrome di Stoccolma vorrebbe ringraziarlo  e quasi vorrebbe abbracciarlo, fare un “mambo con gli orsi”…in fondo l’è anca belin! ma METRO CUBO non è avvezzo alle smancerie, da buon adolescente, e rifiuta alzando una zampa, in senso di sdegno…

Salvo che ha dimenticato di farsi le unghie e lacera la morbida pelle del podista, prendendola per fortuna solo di striscio, con un’unghia sola (e l’accenno di una seconda) perchè non ha mica interesse di mangiarselo, ha pure  degli strani odori artificiali nauseanti.
Al che il podista ha la malaugurata idea di gettarsi a capofitto nella scarpata sottostante perchè ha capito che in su non può battere METRO CUBO , o è viceversa, non ricorda.
No… è in giù, METRO CUBO ha le zampe anteriori corte…però fa comunque i 40-50 all’ora cioè come Usain Bolt.
Però si sa, la paura fa i 90 e allora ci prova…
Il terreno stavolta è morbido, adatto alle proprie scarpe tanto odiate. E’ altresì molto ripido e normalmente ci andrebbe giù solo con la corda doppia, ma le circostanze fanno si che non si stia a sottilizzare e si lancia cercando di frenare aggrappandosi a qualsiasi cosa spunti dal terreno.
Le spalle stranamente non cedono, ci prova una, ma i muscoli sono ben tesi e la tengono al proprio posto,, le caviglie miracolosamente restano integre, non gli pare vero…e METRO CUBO?
Lo tallona, gli fa sentire il suo alito sul collo, borbotta, se la ride sotto i baffi, corri, corri stupido animale con due gambe, proprio se volessi ti prenderei, ti abbatterei con un sol colpo ben assestato in mezzo alla schiena….ma non ne ho intenzione, a me basta farti capire che non c’è trippa per gatti…
E il podista: “ guarda che l’ho capito, non so come dirtelo, non lo conosco l’orsese, non sono mica un politico io, potresti gentilmente smetterla d’inseguirmi? Anche perchè sono uno scattista, anche 20 anni fa facevo bene solo i primi 60 metri.
Mi sembra addirittura di averti dato qualche metro e sono sull’orlo di una forra (notare che ormai gli dò del tu, il ghiaccio si è rotto) e mi aggrappo su un albero finalmente resistente facendogli il giro come una ballerina di lapdance e a quel punto faccio anch’io la voce grossa, d’altronde ho un buon timbro di voce, ne sono sempre andato fiero….
Mi lesiono quasi le corde vocali (go ancor en po’ de raspeghin) ma esce qualcosa di buono, mi faccio paura da solo.
E METRO CUBO el dis :”sto chi l’è mat, quasi, vara, el laso star, divertì me son divertì, pò go da nar su al Cason e me son anca slontanà masa, per cui meio che torne endrè, che pò magari me scavezo na zata zo per chi, son miga mona!
Trentino DOC eh METRO CUBO, nato “chi” e ci tiene a farlo notare a maggior ragione che i “soi” i è extracomunitari
O la mama l’è trentina? Non si sa, l’unico caso in cui non si è sicuri della maternità, incredibile!
E INCREDIBILE, la mama non riconosce il proprio figliolo, com’elo possibile?
E allora la mamma domanda al podista: “ma com elo sto putelot, valo ben de corp? Magnelo? Ti no te ghe piasi miga eh? La se preoccupa, l’è normale…
Torniamo brevemente al podista. Incurante del fatto che METRO CUBO si sta disinteressando di lui e che si tratta in fondo di un “falso attacco”, si tuffa letteralmente nella forra…e anca chi la ghe va ben.
Poi passa il torrente e risale la muschiosa e friabile parete meglio di Manolo e con la compagnia di una simpatica ferita (infertagli maldestramente da METRO CUBO o dai rami della boscaglia, boh, chissà, chi lo sa…. e soprattutto che importanza ha) profonda 2 cm e lunga 10 (vedi foto) e ricoperta di substrato. Così, per mettere almeno una valle tra lui e METRO CUBO….
Poi con le scarse nozioni di orientista che ha a disposizione, traccia una linea immaginaria che lo porti in paese, all’auto e finalmente giunge al sentiero e con quel briciolo di adrenalina che gli rimane percorre l’ultimo tratto pensando che magari anche METRO CUBO ha voglia di una scampagnata in paese e si potrebbero reincontrare alla confluenza dell’imbuto.
E allora il podista, che ha ha che ridicolo - non si chiama nemmeno Davide e non mangia la Golia, si prende due pietre in mano e si fa coraggio guardingo fra i dedali nei pressi della chiesa, guarda nel sottopassaggio (ma benedetto….è dall’altra parte che dovrai guardarti alle spalle) e giunge all’auto, monta dentro, parte e fa 300 metri, ma poi si rende conto sarebbe un peccato schiantarsi proprio ora, in più senza cintura… e allora chiama i cari cuginetti, i quali montano in macchina senza indugio pensando probabilmente…..chissà che cosa avrà combinato stavolta quell’incauto del nostro cuginone, boh, boh, non ha voluto dircelo, ha un po’ il fiatone, caduta in bici forse, ma parla ed è cosciente, questo è l’importante.
Ora il podista, a breve 42enne non pensa che tutti lo prendano sul serio, in fondo c’è ancora libertà di pensiero, no? E soprattutto ognuno può esprimere quello che vuole, di canali ce ne sono tanti al giorno d’oggi, no?
A chi non immaginerà il podista dice: “beati loro. E ricorda che lui non ha mai chiesto e imposto di credere a quella che giustamente può essere definita la “storia dell’orso”.
In fondo il podista aveva già avuto i suoi 15 minuti di popolarità e non ne voleva altra, perchè in fin dei conti è un po’ come METRO CUBO, i due si assomigliano un pochino, è schivo e riservato, fa parte un po’ della genia degli orsi trentini e due gambe mi sa….
I giornalisti l’hanno capito subito, mica sono scemi, anzi hanno pure ringraziato, che l’orso trentino podista li ha lasciati fuori dal cancello e non hanno mica approfittato della situazione favorevole in cui si aprivano le porte. Perchè forse si sono immedesimati nell’orso trentino podista e hanno umanamente desistito dal farsi raccontare a poche ore di distanza di come sono realmente accadute le cose.  O perche, forse, a loro non interessava sapere di chi era realmente figlio METRO CUBO , facendogli l’esame del DNA, ma come stesse realmente il podista, parlargli, sentire dalla sua voce il racconto e, magari, perchè no, assicurarsi che non sia un mitomane o che non sia ammattito in seguito.

Ringrazio quindi i giornalisti tutti che hanno suonato al campanello, in particolare chi mi ha dato del podista, quale aspirerei di essere, particolarmente gentile.

Ringrazio anche quelli che, per un motivo o per l’altro, non sono potuti venire. 

Ringrazio il signor Antolini del Corpo Forestale della Provincia di Trento per la sua squisita professionalità. 

Ringrazio la dottoressa dell’APSS che mi ha medicato la ferita in 5 minuti (paghiamoli sti medici, che si fanno 20 operazioni in un’ora di lavoro ottimo, mi pare. 

Ringrazio i Carabinieri, che sono stati solerti e gentili. 

Ringrazio infine gli impagabili cuginetti e inutile dirlo Padre, Madre e lo Spirito Santo, sorelle, parenti, amici. 

Ringrazio mia Figlia che per fortuna ha lo stesso spirito del padre e la stessa forza della madre superiora. 

Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia, in fondo sono ancora sotto choc… in fondo sto scrivendo di notte e sono stanco, molto stanco, la pressione arteriosa è schizzata alle stellee ho più che altro mal di stomaco, non so se è dovuto al mix di antibiotici e antidolorifici, o a qualcos’altro.

Scusate, Voi lettori, se Vi ho tediato con questo banale racconto, di quelli che possono uscire 2-3 volte all’anno.

Spero sia il 1° e l’ultimo in realtà.

Distinti saluti

Marco Zadra


P.S. Scusate se non ho fatto un selfie con METRO CUBO
P.S. Nell’attesa degli impagabili cugini ho detto ad un contadino preoccupato che non avevo niente e che sono scivolato per no star lì a contarghe la storia del’ors
P.S. Nessuno mi ha detto che c’era METRO CUBO in Val Manara, eppure ho visto la sua foto, di un mese fa,  sull’Adige l’altro giorno. Mi sembra proprio lui, ma potrei confondermi.
P.S. Domando amicizie con la mia stessa passione e stessi orari di lavoro e andrò subito alla sportiva a prendere il campanellino da monatto!!! Ora saranno in offerta.
 

Legalitá o meno dello spray anti-orso al peperoncino. L'avv. Mario Giuliano scrive a L'Adige per spiegare il tema.

2015-07-10
Egregio direttore,
nei giorni scorsi avete pubblicato la lettera di un tale Valer che affermava che lo spray al peperoncino è già legale, citando il DM 103/2011, che è quello che autorizza la detenzione e il porto dello spray anti stupro.
Il lettore dava bensì conto che si tratta del flaconcino da 20 ml con gittata massima di 3 metri, ma mi pare che la lettera sia comunque disinformativa nel momento in cui è in corso una raccolta firme per la legalizzazione dello spray anti orso, con capienza fino a 4-500 g e gittata di 10 metri.
Giungono notizie di gente che fa incetta di bombolette di spray anti stupro, il quale però, non solo non è efficace contro l'orso, ma potrebbe essere addirittura controproducente. La sua gittata, capacità e rosata (allargamento) sono infatti troppo ridotte per poter esercitare un effetto dissuasivo e la spruzzata arriverebbe a segno solo quando l'orso ti è già addosso, probabilmente con l'unico effetto di farlo inferocire ancora di più.

Ebbene, riassumendo, in quel caso la prima spruzzata fu inefficace e entrambe le persone vennero ferite, una gravemente. Nel corso della colluttazione uno dei due riuscì a recuperare la bomboletta e ne spruzzò quasi l'intero contenuto in piena faccia all'orso da distanza ravvicinata, inducendolo a recedere.
Quella bomboletta era però di 4 once, che sono 118 ml, cioè sei volte quella legale in Italia.
Pertanto pensare di difendersi dall'orso con lo spray anti stupro è come pensare di abbatterlo con un colpo di calibro 22 long rifle, quando consigliato è il 44 magnum o superiore per pistola e il 30.06 o superiore per fucile.
Gli armieri molto professionalmente informano la gente che lo spray anti stupro non è efficace ma ciononostante la gente ne fa incetta pur di non essere a mani vuote, il che crea l'illusione di avere un minimo di protezione quando non è così.
C'è anche chi mi ha chiesto cosa rischia se compra lo spray anti orso su un sito internet di un paese UE (in molti paesi è legale) e quindi può riceverlo a casa senza passaggio in dogana.
Per parte mia rispondo sempre che molto probabilmente l'autorità di polizia la penserà diversamente, e quindi provvederà a sequesto e denuncia, però altrettanto indubbiamente le ultime aggressioni, e le successive dichiarazioni dell'assessore Dallapiccola, connotano la situazione dei caratteri dello stato di necessità che giustifica il porto abusivo, anche di armi da fuoco.
Noi comunque continueremo a batterci per la legalizzazione dello spray anti orso, di provata efficacia, non letale, che non crea danni permanenti né alle persone né agli animali, e per il quale esistono antidoti che fanno passare immediatamente l'irritazione in caso di uso maldestro. Non esiste nessuna ragione per non autorizzarlo, tranne la pretesa del revisionismo neoprimitivista che l'uomo sia inerme di fronte alla belva.
Cordiali saluti
avv. Mario Giuliano

L'avv. Mario Giuliano istruisce sulla questione spray anti-orso al peperoncino.

2015-07-10
Egregio direttore,
Benché lo stesso Bertoldi ammetta di sapere che non si tratta di prodotto adeguato allo scopo, non credo sia il caso di incoraggiare tali iniziative.
Lo spray anti stupro non solo non è efficace contro l'orso, ma potrebbe essere addirittura controproducente. La sua gittata, capacità e rosata (allargamento) sono infatti troppo ridotte per poter esercitare un effetto dissuasivo e la spruzzata arriverebbe a segno solo quando l'orso ti è già addosso, probabilmente con l'unico effetto di farlo inferocire ancora di più.

Ebbene, riassumendo, in quel caso la prima spruzzata fu inefficace e entrambe le persone vennero ferite, una gravemente. Nel corso della colluttazione uno dei due riuscì a recuperare la bomboletta e ne spruzzò quasi l'intero contenuto in piena faccia all'orso da distanza ravvicinata, inducendolo a recedere.
Quella bomboletta era però di 4 once, che sono 118 ml, cioè sei volte quella legale in Italia.
Pertanto pensare di difendersi dall'orso con lo spray anti stupro è come pensare di abbatterlo con un colpo di calibro 22 long rifle, quando consigliato è il 44 magnum o superiore per pistola e il 30.06 o superiore per fucile.
Gli armieri molto professionalmente informano la gente che lo spray anti stupro non è efficace ma ciononostante la gente ne fa incetta pur di non essere a mani vuote, il che crea l'illusione di avere un minimo di protezione quando non è così.
C'è anche chi mi ha chiesto cosa rischia se compra lo spray anti orso su un sito internet di un paese UE (in molti paesi è legale) e quindi può riceverlo a casa senza passaggio in dogana.
Per parte mia rispondo sempre che molto probabilmente l'autorità di polizia la penserà diversamente, e quindi provvederà a sequestro e denuncia, però altrettanto indubbiamente le ultime aggressioni, e le successive dichiarazioni dell'assessore Dallapiccola, connotano la situazione dei caratteri dello stato di necessità che giustifica il porto abusivo, anche di armi da fuoco.
Noi comunque continueremo a batterci per la legalizzazione dello spray anti orso, di provata efficacia, non letale, che non crea danni permanenti né alle persone né agli animali, e per il quale esistono antidoti che fanno passare immediatamente l'irritazione in caso di uso maldestro. Non esiste nessuna ragione per non autorizzarlo, tranne la pretesa del revisionismo neoprimitivista che l'uomo sia inerme di fronte alla belva.

Cordiali saluti
avv. Mario Giuliano

Marco Zadra, aggredito dall'orso a Zambana, ringrazia.

2015-07-08
Mentre l'organico del Corpo Forestale Provinciale (CFP) si deve occupare anche di scortare nei boschi le comitive delle colonie estive, suggerendo ora di non usare il campanellino bensì di raccontare storie o canticchiare per allontanare l'orso, Marco Zadra, aggredito a Zambana lo scorso 29 maggio e sfuggito per miracolo ad una tragedia, invia la seguente lettera che, purtroppo, non è stata pubblicata sui giornali. Preghiamo perció di diffonderla al fine di contribuire a quell'opera di concreta sensibilizzazione/informazione da sempre trascurata da coloro che hanno sostenuto il progetto Life Ursus che potrà contribuire a ridurre le probabilità che, prima o poi, ci scappi il morto.

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Con la presente, a nome di tutti i trentini amanti di una montagna sicura, volevo ringraziare i promotori del progetto Life Ursus per aver portato in Trentino quell’insicurezza e quelle paure che gli abitanti locali (e non solo) avevano debellato circa un secolo fa. Sono convinto di poter ringraziare anche a nome di intere generazioni di trentini, visto che l’introduzione dell’orso sloveno è stata messa in atto in quattro e quattr’otto, ma la sua risoluzione sarà verosimilmente lunga e travagliata. Avevamo proprio bisogno di una sferzata di insicurezza. 

Grazie se non posso più andare a campeggiare in compagnia di mia figlia nei pressi di qualche splendido laghetto alpino o in qualche bel pascolo. Grazie infinitamente (così si risolve definitivamente la querelle sulla possibilità o meno di campeggiare liberamente) e con me ringrazia un nutrito gruppo di campeggiatori che non hanno  più il coraggio di tirar fuori una tenda se non in qualche camping. Calcolando poi che le probabilità d’incontro con un orso (ed io ne sono la prova, vivente per fortuna) sono infinitamente maggiori che in qualsiasi altro posto in Europa mi sembra del tutto normale. Chi volesse andare a vedere le conseguenze di attacchi plantigradi a campeggiatori si doti di sacchettino, che non  sono immagini per stomaci delicati! 

Ringrazio per aver boicottato il turismo della nostra splendida regione con questo progetto assurdo partito per dare una dimensione selvaggia del nostro Trentino ed effettivamente fa sembrare il Borneo un posto per gite scolastiche al confronto. Perché, se si lancia un boomerang bisogna sapere che prima o poi ritorna indietro….e se non lo si aspetta lo si piglia in testa. Se si fa partire un progetto del genere bisogna sapere (e si sa) che ci saranno delle conseguenze, primo fra tutti il contatto fra le belve e gli umani. 

Ringrazio per aver disinformato la gente, me compreso, per aver dispensato consigli inutili, elargito notizie false e tendenziose, minimizzato gravi attacchi definendoli “falsi” e spronato gli amici animalisti ad attacchi “veri” gettandovi in pasto cittadini inermi, dimostrando così la malafede delle istituzioni, l’incapacità gestionale e una omertà degna delle peggiori “famiglie”.

Credo pure di poter ringraziare a nome di allevatori, pastori, agricoltori ed apicoltori che soffrono la presenza dell’orso e hanno paura.

  • a nome di montanari, rifugisti, fungaioli. Grazie!
  • a nome di escursionisti, bikers, semplici passeggiatori. Grazie! 
  • a nome delle colonie estive. Grazie anche per la bellissima iniziativa di diffusione del simpatico campanellino attiraorsi. 
  • a nome di operatori turistici. Grazie !
  • a nome di proprietari o fruitori di baite, in special modo del monte Gazza. Grazie !
La ferita al braccio di Marco Zadra.
Ringrazio per avermi rimproverato di essere andato a correre ad un chilometro dall' abitato nei boschi alle otto di sera senza campanellino, senza fra l' altro averlo mai vietato o quantomeno sconsigliato.

Ringrazio inoltre la biologa “masterizzata” esperta in campanellini per la suaappassionata difesa dell'uso degli stessi...Facciamo così, lei vada pure nei boschi agghindata come un albero di Natale, io non ci vado per niente. E se il bosco non è casa nostra, non mi risulta che i sentieri della Sat siano degli orsi. Come non mi risulta, ripeto, che ci sia un divieto di andare nei boschi silenziosi e veloci. Manco fossimo dei ninja. Per quanto riguarda poi la presunta intelligenza e pacifismo dell' animale orso, mi domando da cosa lo deduca, visto che ci sono secoli di storia che dimostrano il contrario. La Chiesa, ad esempio, ha cercato vanamente di ammansire la fiera e circensi vanamente di addestrarlo. Trattasi invece di animale piuttosto “corto” ed estroso. Lo dimostra anche il fatto che mi sono accorto della presenza prima io di lui, e che reagisce pavlovianamente al concetto associazione-stimolo-reazione. Cioè se io avessi attaccato (come ha fatto Zanella nel riuscito tentativo di difendersi) e se fossi stato provvisto di un oggetto contundente, probabilmente sarebbe fuggito. Invece sono indietreggiato e lui mi ha attaccato (reazione o lotta o scappa, come dice lei). Allora, affinchè l'orso mi sentisse a distanza, o doveva passare prima all'acustica trentina (perchè, ricordiamolo, l' orso ha sensi poco sviluppati), oppure io dovevo dotarmi di impianto stereo portatile modello anni '90. Che lei mi venga a dire che c'è TROPPO ed ESAGERATO ALLARMISMO, visto quello che ho vissuto io e altri sfortunati avventori del bosco, è totalmente fuoriluogo. E si ricordi che se uno di noi non è morto, non è di sicuro per la paciosità dell' orso, ma per l'abilità dell'homo sapiens sapiens, non più primate della savana, ma ancora dotato di istinto di sopravvivenza (oltre che per qualche intervento soprannaturale o del semplice Caso). Certo la sua tesi corrobora quella delle istituzioni, che hanno minimizzato il mio incontro con Bubusettete (perchè appare all'improvviso) trattandolo come un NORMALISSIMO “falso attacco”, come ce ne possono essere 2-3 volte all'anno. E difatti Maturi, Zanella, Zadra, Molinari sono già 4: se poi contiamo quelli che non si sono tramutati in “falsi attacchi”, beh, penso che molti altri cittadini possano testimoniare che non è stata poi questa bella ed emozionante esperienza, come spesso viene dipinta.

Nel caso di Molinari poi ci sarebbe da fare un distinguo perchè si tratta di vero e proprio atto predatorio: non se l'è trovato di fronte, bensì è stato attaccato da dietro senza motivo (e qui si dirà che aveva il cane, e qui io dirò: da quando è vietato andare in giro col cane?). Cosa alquanto preoccupante che sta a significare che si sta formando una coscienza collettiva nell'animale orso che lo spinge a non avere più paura dell' uomo. Presupposti che lo fanno diventare preda (l'uomo) e non più predatore, dando ragione quindi a quel neoprimitivismo che vuole l'uomo non padrone ma schiavo indifeso delle forze della Natura.

Marco Zadra
 


Assemblee pubbliche a Pinzolo e Borgo Valsugana sul pericolo dell'orso.

Inizierá con due serate pubbliche, a Pinzolo la prima ed a Borgo Valsugana la seconda, una serie di incontri con i cittadini per informarli dei pericoli dell'orso e della petizione rivolta al ministero degli interni per la legalizzazione dello spray anti-orso al peperoncino cogliendo l'occasione per raccogliere adesioni.
Saranno relatori il prof. Michele Corti dell'Universitá di Milano e l'avvocato Mario Giuliano del Foro di Trento, instancabili figure che hanno e stanno contrastando l'assurdo progetto Life Ursus di reintroduzione di un grande predatore nelle nostre montagne non solo cercando di estirpare il male alla radice ma anche con concrete iniziative come la proposta di legalizzare suddetto spray. A Pinzolo interverrá anche Marco Zadra, aggredito e scampato dall'orso a Zambana lo scorso 29 maggio.

Invitiamo tutti a partecipare e ad estendere e diffondere tali incontri pubblici scaricando la rispettiva locandina in formato PDF (Incontro a Pinzolo, Incontro a Borgo Valsugana).

Sopperiamo alla carente, per non dire assente, informazione degli artefici e sostenitori di questo folle progetto sul reale pericolo d'incontrare questo animale nei nostri boschi. Piú vi sará informazione corretta di ció piú si potrá ridurre il rischio che prima o poi vi scappi il morto. Contribuite anche voi. Grazie mille!


https://drive.google.com/file/d/0B9jXgSdelYflclctaEtLNzNOVE0/view?usp=sharing


https://drive.google.com/file/d/0B9jXgSdelYflUFlHYlFLYTdtUHc/view