Iniziative legali

Sentenza del Tribunale di Trento del 2012-02-18

2013-10-16



2013-07-02

Viste le sempre più frequenti incursioni predatorie dell'orso in Trentino (leggasi in Cronaca), il 2 luglio 2013 l'avv. Mario Giuliano invia la seguente istanza al Ministero degli Interni.

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Al
Ministro dell'Interno
On. avv. Angelino Alfano
Piazza Viminale 1
00184          ROMA

RACCOMANDATA A.R.



Oggetto: Richiesta modifica regolamento DM Interno 12 maggio 2011 n. 103 per la sicurezza di escursionisti e lavoratori della montagna.

Onorevole Ministro,

come Lei forse saprà, da una decina d'anni in Trentino è stato reintrodotto l'orso bruno, che precedentemente era praticamente estinto.
Attualmente i capi censiti sono 43, come da tabella e grafico tratto dal Rapporto Orso 2012, che allego (doc. 1).
Inizialmente introdotto in 10 esemplari nel Trentino occidentale (anzi nel Parco Adamello Brenta), l'orso ha raggiunto una popolazione ragguardevole e ha ormai sconfinato anche nel Trentino orientale, superando autostrada e ferrovia, che si pensava ostacoli invalicabili, come da dichiarazione del dirigente del Servizio Foreste della P.A.T. sul quotidiano Trentino del 1 luglio 2013 (doc.2). Nello stesso articolo vi è la notizia di avvistamenti dell'orso sulla Marzola, montagna a 5 km da Trento in linea d'aria, e nei pressi del popoloso sobborgo di Povo.
Si allega la mappa, tratta sempre dal Rapporto Orso 2012, degli 882 avvistamenti visuali e fotografici dell'anno scorso, radiotelemetria esclusa (doc. 3), che già evidenzia sconfinamenti nel Trentino orientale.
Altri recenti avvistamenti in prossimità di popolosi insediamenti umani sono quelli segnalati dal quotidiano L'Adige del 2 giugno 2013 (doc. 4), che riferisce la distruzione di alcune arnie nei pressi di Montagnaga, piccolo borgo turistico a 4 km in linea d'aria da Pergine Valsugana, e dallo stesso quotidiano del 28 giugno 2013 (doc. 5), che riferisce di due incursioni dell'orso al Lago di Cei, a 7 km in linea d'aria da Rovereto.
Frequenti sono le notizie di capi di bestiame sbranati dall'orso, di arnie distrutte, di incidenti stradali causati dal plantigrado e anche di incontri con escursionisti, i quali ultimi finora non sembra abbiano avuto conseguenze per l'incolumità delle persone coinvolte. Ciononostante grande è l'allarme sociale. A titolo puramente esemplificativo si allegano alcuni degli articoli comparsi negli ultimi sei mesi (docc. 6, 7, 8, 9, 10).
Quanto alla incolumità delle persone si è usata la forma dubitativa in quanto l'interrogazione n. 2126 del 24 settembre 2010 del Gruppo Consiliare Lega Nord del Consiglio Provinciale della P.A.T. ipotizza che due escursionisti siano morti cadendo in un dirupo perché inseguiti dall'orso (doc.11a e 11b).
Anche altre forze politiche da tempo hanno formulato interrogazioni in merito alla questione orso in Consiglio Provinciale. A titolo puramente esemplificativo si allegano le interrogazioni n. 2118 del 1 ottobre 2010 del Consigliere Giovanazzi di Amministrare il Trentino (doc.12a e 12b), la numero 2029 del 6 settembre 2010 del Consigliere Dominici del Gruppo del Partito Autonomista Trentino Tirolese (doc.13a e 13b), la numero 2599 del 18 febbraio 2011 del Consigliere Morandini del Gruppo PdL (doc.14a e 14b). Interrogazioni alle quali la Giunta ha fornito risposte del tutto insoddisfacenti, conformemente all'approccio ideologico-propagandistico del governo provinciale.
La politica del governo provinciale è infatti quella di utilizzare l'orso come brand commerciale, irresponsabilmente disinformando la popolazione sui reali pericoli.
Su tutti i mezzi di Trentino Trasporti campeggia infatti il logo costituito da una zampa d'orso stilizzata con artigli (doc. 15), ed è questo solo uno dei numerosi esempi.
Quanto poi alla disinformazione eclatanti sono gli slogan dell'allegato poster patinato (doc. 16), dove l'orso viene ridotto a un cartone animato (ha condiviso le grotte con i nostri avi), viene falsificata la realtà storica (le montagne con i nostri padri), e infine un animale feroce viene paragonato a un peluche (e le culle con in nostri figli).
Sul suo sito internet ufficiale (doc. 17) la P.A.T. ammette bensì che l'orso può essere pericoloso in determinate circostanze, negando però sempre che l'orso possa avere comportamenti predatori nei confronti dell'uomo, come invece è avvenuto anche recentemente ed è stato documentato dall'allegato articolo del Prof. Michele Corti, docente di zootecnia montana all'Università di Milano (doc. 18).
Recentemente il Ministro, con il Decreto citato in oggetto, ha disciplinato gli spray al peperoncino per autodifesa di libera vendita.
Un prodotto con tali caratteristiche non è efficace per difendersi dall'orso, esistendo però sul mercato estero prodotti idonei a tale scopo. Si allega la descrizione di uno di tali prodotti a titolo di esempio (doc.19a e 19b). Come si vede dalle caratteristiche lo spray anti-orso deve avere una capacità 10-15 volte maggiore di quella per difesa personale e una gittata 4 volte maggiore.
Pertanto si chiede di congruamente modificare il regolamento in oggetto in modo da consentire quantomeno a escursionisti e lavoratori della montagna di dotarsi in regime di libera vendita di spray al peperoncino anti-orso, in particolare portando, per tale uso, la capacità a 400 g e la gittata a 12 metri (mi sembra che siano questi i due punti principali, vedranno poi i tecnici del ministero se sono necessarie altre modifiche).

Cordiali saluti.

Trento, 2 luglio 2013.

(avv. Mario Giuliano)